“E’ un tesoro che la criminalità organizzata ha sottratto a tutti noi e che, quindi, le istituzioni hanno l’obbligo morale prima ancora che politico di restituire alla collettività” così l’avvocato Roberto d’Ippolito, avvocato di parte civile nel processo per la strage dei Georgofili, spiega il tema con cui ha deciso di avviare l’azione dell’associazione Politica Ora! che farà il suo esordio il prossimo 6 marzo alle Murate a Firenze proprio per discutere di come utilizzare al meglio i beni confiscati alla mafia assieme al già Procuratore Capo Pietro Suchan e alla segretaria del Pd della Toscana Simona Bonafè.

Secondo le stime più recenti quasi 32 miliardi di euro, 1,8% del PIL nazionale, sono stati sottratti alle mafie in questi anni. E secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Nazionale beni sequestrati e confiscati alla criminalità (ANBSC) sono attualmente 17.727 gli immobili e 2.693 aziende in gestione alla stessa agenzia. Mentre sono 16.446 quelli già destinati al riutilizzo insieme a 1.317 aziende. Il problema è che i tempi fra il momento della confisca e il momento in cui si può realmente iniziare il riutilizzo passa troppo spesso troppo tempo così che accade spesso che sia le aziende che i beni immobili deperiscano nell’attesa e alla fine di questo lungo procedimento burocratico lo Stato e gli enti locali si ritrovino con beni in pessime condizioni e quindi difficilmente ricollocabili al servizio della comunità.

In Toscana sono presenti 135 immobili destinati e 11 aziende destinate, mentre quelli in gestione sono 383 immobili e 43 aziende. Ma solo per i beni destinati le procedure sono concluse e quindi possono essere destinati al riutilizzo vero e proprio. Ma anche in questo caso non è sempre certo che si giunga al riuso, perché accade spesso che anche dopo la destinazione i beni rimangano inutilizzati.

Per questo vogliamo rilanciare il tema del riuso sociale dei beni confiscati come tema da mettere al centro dell’agenda politica anche della Regione Toscana – spiega d’Ippolito – perché oltre all’ovvio aspetto economico, e cioè restituire una ricchezza illegalmente sottratta, pone a tutti noi la questione di come costruire un nuovo modello partecipativo alla vita della comunità di cui si fa parte. Abbiamo a che fare con ingenti risorse utili per fare ripartire l’Italia sana, quella che lavora, per dare prospettive concrete ai giovani ed alle politiche ambientali. Ma è anche un modo per incentivare la consapevolezza civile delle persone; per esaltare la difesa dei valori di legalità, di etica pubblica, di libertà, partecipazione e solidarietà”.

“Del resto, lo scopo fondativo di Politica Ora! è proprio, ricorda d’Ippolito, la promozione dello studio, della ricerca e, quindi, della formazione e dell’aggiornamento culturale in politica come in economia, perché la crisi del Paese, prosegue d’Ippolito, è prima di tutto politica. La mancanza di strategia e di progetto paralizza, infatti, ogni iniziativa individuale e collettiva. «Mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la maiuscola. È l’invito che Papa Francesco rivolse agli aderenti dell’Azione cattolica italiana il 30 aprile 2017 e che deve essere, senza esitazione, raccolto”.


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